JUAN ROMAN RIQUELME: Quando il calcio è poesia
L’ultimo “10”. Questo è quello che è stato Juan Roman Riquelme per la gran parte dei tifosi argentini, e non solo del “suo” Boca.
Del “Mudo” vi raccontiamo abbondantemente in http://www.urbone.eu/obchod/matti-miti-e-meteore-del-f%C3%B9tbol-sudamericano e qui vi proponiamo un piccolo estratto dal tributo a lui dedicato.
“Juan Roman Riquelme era gioia, era poesia, era bellezza.
Ed era molto di più.
Era “conforto”.
C’erano partite in cui potevamo perdere o giocare veramente da schifo.
Ma anche in quelle partite lui ti lasciava qualcosa.
Tornavamo a casa con qualcosa da ricordare, qualcosa con cui consolarci e tirarci su il morale. Una finta, un tunnel, un passaggio di cinquanta metri sui piedi di un compagno …
Faceva sempre qualcosa di bello, in ogni partita.
Anche in quelle dove la squadra non riusciva proprio a seguirlo o lui stesso era meno ispirato.
Ma c’è un’altra cosa ancora Jorge.
Quella che solo pochissimi calciatori sanno regalarti: l’emozione dell’attesa.
Succedeva quando il cuore accelerava improvvisamente i suoi battiti semplicemente perché la palla stava arrivando sui piedi di Roman magari pochi metri fuori dell’area di rigore.
Sapevi, sentivi che poteva accadere qualsiasi cosa.
… anche quando, come succedeva nella maggior parte dei casi, non accadeva nulla di trascendentale.
Ma la differenza sta tutta in quell’attimo precedente.
L’attimo dell’attesa.
E poi c’erano le volte in cui qualcosa accadeva davvero !
Beh, allora tutto diventava magico e indimenticabile.
Siediti Jorge, ti racconto una storia che più di ogni altra ti farà capire quanto ho provato a spiegarti fino adesso.
… CONTINUA …
Ed ora “poesia”in video.
Gustiamoci Riquelme in azione.