In Italia Giovanni Trapattoni ha vissuto per anni, come calciatore, sulla favoletta di essere uno tra i pochissimi calciatori che sul campo ridusse il grande Edson Arantes Do Nascimiento a semplice comparsa o quasi.

Favoletta appunto perché in realtà Trapattoni giocò a uomo su un Pelé acciaccato che scese in campo solo ad “onor di firma” per la bellezza di 20 minuti scarsi !

Molto diversa e assai più circostanziata la storia del “Chino” Mesiano, fortissimo e roccioso difensore del Argentinos Juniors che giocò nella Nazionale argentina la Coppa delle Nazioni nel 1964 disputata in Brasile.

Questo torneo, a cui parteciparono oltre a Brasile e Argentina anche Portogallo e Inghilterra, allora probabilmente le 4 nazioni calcistiche più forti, fu vinto in maniera brillante e autoritaria dalla Nazionale Argentina, che battè tutte e 3 le avversarie segnano complessivamente 6 reti senza subirne alcuna.

In questo percorso la perla resta la vittoria sul Brasile, ovviamente favoritissima del torneo e qui diventa determinante il nostro “Josè Mesiano.

Nel match contro il Brasile infatti il Mister argentino Josè Maria Minella decide di affidare la marcatura della stella brasiliana al giovane Mesiano, 22 enne rivelazione del campionato argentino nelle file come detto dell’Argentinos Juniors. El Chino è un giocatore robusto e possente, supera i 180 cm in altezza e oltre a evidenti doti fisiche possiede un ottima tecnica di base e soprattutto, caratteristica principale, un eccellente colpo di testa. Mesiano si applica nella marcatura di Pelé in maniera determinata, decisa e asfissiante. Si gioca tra l’altro allo stadio Pacaembu’ di San Paolo, praticamente in casa di Pelé. Il Brasile fa fatica ad esprimere il proprio gioco, Pelé non riesce a trovare spazio e non solo Mesiano lo limita nelle giocate ma dopo aver rubato palla al grande “O’Rey” fa ripartire l’azione con precisione e sagacia.

L’Argentina è padrona del campo e all’ennesimo anticipo pulito di Mesiano Pelè, si proprio lui, il “gentiluomo Pelé” perde il controllo e sferra una terrificante testata in pieno volto al povero “Chino”, rompendogli il setto nasale. Mesiano deve abbandonare il campo con il volto imbrattato di sangue e Pelé, non visto dalla terna arbitrale, continua imperterrito la sua partita. Ma la sorte a volte ci vede bene … e Telch, il sostituto di Mesiano, segnerà due dei tre gol che condanneranno il Brasile ad una delle peggiori sconfitte della sua storia e a vederlo uscire tra i fischi del proprio pubblico. Come scrisse “EL GRAFICO” a quel tempo “Al re Pelè non va proprio giù venire dominato da uno dei “sudditi”. Ad onor del vero “O’Rey” provò grande vergogna per il suo gesto e fece di tutto per incontrare El Chino il giorno seguente in albergo e scusarsi per l’accaduto.

Al ritorno dal Brasile Mesiano viene considerato quasi un eroe e per lui si scatena una autentica asta. A spuntarla è il Rosario Central del nuovo Presidente Don Adolfo Pablo Boerio, che lo strappa a suon di Pesos dall’Argentinos vincendo addirittura la concorrenza dell’Independiente, fresco vincitore della Libertadores e disposto a fare follie per il Chino.

Nel Rosario Central Mesiano gioca 215 partite in 7 stagioni segnando 13 reti (praticamente tutte di testa) e diventa una pietra miliare di quel meraviglioso team “Canallas” che vinse nel 1971 il suo primo titolo Nazionale. In quel periodo però arrivano i primi guai al ginocchio e nel 1972, a soli 30 anni, Mesiano è costretto ad andarsene dal Rosario Central e dopo diverse stagioni tribolate e un po’ di girovagare (Perù ed Ecuador) decide di appendere le scarpe al classico chiodo nel 1975 a soli 33 anni.

Sono in molti a mettere Josè Mesiano in cima alla graduatoria dei più grandi difensori della storia del Rosario Central, davanti ad autentici idoli come Daniel Pedro Killer, al “Paton” Edgardo Bauza o al suo compagno di reparto di allora, il fortissimo Josè “Coco” Pascuttini

Ora, a 78 anni, “El Chino” Mesiano è invalido, vive in un piccolo appartamento di Rosario e riesce a sopravvivere grazie all’impegno proprio di Daniel Killer che ha organizzato una rete di raccolta fondi per aiutare ex-calciatori in difficoltà. Del “Chino” però si ricordano ancora in tanti e lui, per ricordare della sua serata di gloria, basta che si tocchi il naso e la profonda cicatrice rimasta.

EL CHINO RACCONTA:

“Ero un poco più di un ragazzo, avevo esordito con la Nazionale del mio Paese solo l’anno prima. Andammo a giocare la Coppa delle Nazioni contro le più forti squadre del mondo dell’epoca … il giorno prima della partita il Mister mi dice “sarai tu Chino a marcare Pelè”. Normalmente non ero un tipo nervoso o ansioso ma per la prima ed ultima volta nella mia carriera quella notte non mi riuscì proprio di dormire tranquillo !” Arrivò il giorno del match. Scesi in campo con il numero 11 giocando a fianco dei miei idoli e giocatori fenomenali come Rattin, Artime, Onega … Mi attaccai a Pelè, cercavo di anticiparlo, di non lasciargli spazio. Pelè arretrava sempre di più a cercare il pallone. Non lo seguivo dappertutto ma quando entrava negli ultimi 30 metri mi preoccupavo di non lasciargli spazio. Tutto stava andando per il meglio quando Pelè cerca una triangolazione con Gerson; il mio compagno di reparto Varacka legge bene la situazione, ruba palla e riparte con l’azione. A quel punto Pelè, a palla lontana si gira e mi colpisce con una testata in pieno volto … sangue dappertutto e quando mi tocco il naso mi accorgo che il setto nasale non è nel posto in cui dovrebbe essere ! Sono costretto a uscire … e quella sarà la mossa vincente ! Entra Telch, che gioca una partita sensazionale segnando due gol e mettendo in croce la difesa argentina.”

E da buon argentino alla domanda “Ok, hai annullato Pelè, ma come sarebbe andata contro Maradona ?

“Semplice, non avrei mai toccato la palla … “