Perchè ci sono “Rimonte” e rimonte…
Nel calcio ci sono poche cose emozionanti come le grandi rimonte.
Vedere la propria squadra sotto di due o più reti e ribaltare poi il risultato è qualcosa destinato a rimanere nella memoria di un tifoso per sempre.
Sono innumerevoli le partite entrate nella leggenda di questo sport per imprese del genere.
Dubito che ci sia un solo tifoso del Liverpool (e per i motivi opposti anche del Milan …) che non ricordi con puro piacere la rimonta della propria squadra nella finale di Champions League del 2005 o per uno solo del Manchester United che non rammenti quanto accaduto nei minuti di recupero di un’altra finale di Champions, quella del 1999 contro il Bayern Monaco.
Ma non sono per forza partite con titoli in palio.
I tifosi interisti di sicuro non potranno mai dimenticare la rimonta del 9 gennaio del 2005 al Meazza contro la Sampdoria, con i liguri avanti di due reti a tre minuti dalla fine.
Nel giro di 5 minuti e 26 secondi Martins, Vieri e Recoba ribaltarono completamente il risultato.
Come per i tifosi dell’Athletic Bilbao sarà impossibile scordare il “derby” contro i cugini navarri dell’Osasuna del 22 gennaio 2005 quando, sotto di tre gol dopo un’ora di gioco, i baschi riuscirono a segnare quattro reti nella mezzora finale con l’ultimo gol, quello decisivo, segnato dall’idolo di casa Julen Guerrero ad un minuto dal termine.
Tuttavia nulla di tutto questo è davvero paragonabile a quanto accaduto il 21 dicembre del 1957 in un match di Seconda Divisione inglese tra il Charlton Athletic e l’Huddersfield.
In un periodo storico dove ancora non esistevano le sostituzioni i padroni di casa del Charlton perdono prima della mezzora di gioco il proprio capitano Derek Ulton per un infortunio alla spalla.
Neppure un minuto dopo e l’Huddersfield si porta in vantaggio con un gol di Les Massie.
L’Huddersfield, in superiorità numerica, fa praticamente quello che vuole.
Quando mancano 27 minuti al termine i “Terriers” sono in vantaggio per cinque reti ad una.
A soli quattro giorni dal Natale sono davvero tanti i tifosi di casa del Charlton che a quel punto lasciano lo stadio. Meglio mettersi avanti con le ultime compere natalizie e poi magari rifugiarsi nel tepore di un pub a scolarsi qualche pinta.
Coloro che quel giorno tra i tifosi degli “Addicks” fecero quella scelta avranno finito per rimpiangerla per il resto della loro vita.
Prima John Ryan e poi Johnny Summers segnano in rapida successione riducendo il margine a sole due reti.
Poi lo stesso Johnny Summers, già autore di due segnature, si scatena letteralmente. Segna altre tre reti nel giro di otto minuti.
Sei a cinque per il Charlton a meno di dieci minuti dal termine.
I tifosi dell’Huddersfield sono increduli. Quelli (rimasti) del Charlton sono inebriati.
Il Charlton ha completato una rimonta storica. Sotto di quattro reti e con un uomo in meno. Qualcosa di mai visto prima.
Ma non è ancora finita.
Quando di minuti ne mancano solo quattro un tiro apparentemente senza pretese del centrocampista Stan Howard dell’Huddersfield impatta sul corpo del difensore del Charlton John Hewie. Il pallone cambia completamente traiettoria e spiazza il povero Willie Duff, portiere del Charlton.
Stavolta sembra davvero la fine dei giochi. Le lancette del cronometro hanno iniziato il loro ultimo giro quando il solito Johnny Summers mette un cross in mezzo dalla trequarti.
Sul pallone svetta più alto di tutti Johnny “Buck” Ryan che di testa indirizza il pallone dove Sandy Kennon, portiere dell’Huddersfield non può arrivare.
Il tempo di rimettere il pallone al centro e l’arbitro dell’incontro, il Signor Ron Warnke, decreta la fine delle ostilità.
E’ un trionfo. I tifosi del Charlton rimasti dentro lo stadio invadono festosamente il campo di gioco e portano in trionfo i propri beniamini.
Curiosa la storia di Johnny Summers, mattatore dell’incontro con ben cinque reti.
Summers è mancino e di ruolo è un’ala sinistra.
Dopo l’infortunio di capitan Ulton, il manager del Charlton Jimmy Trotter decise di rimescolare le carte portando Summers dalla fascia al centro dell’attacco.
Summers non solo si rivelò decisivo in quel nuovo ruolo ma ben tre delle sue cinque reti le segnò con il suo piede “debole”, il destro.
Manager di quell’Huddersfield era invece Bill Shankly, l’uomo che due anni dopo si andrà a sedere sulla panchina del Liverpool trasformando il club di Anfield Road.
Si racconta che dopo quel match il solitamente loquace Shankly a fine partita non fu in grado di spiaccicare una sola parola …